Schegge di mondi
La mia Scheggia sul Nicaragua
Nicaragua: da Sandino alla Toña
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Nicaragua: da Sandino alla Toña
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La mia Scheggia sul Nicaragua
Nicaragua: da Sandino alla Toña
Nicaragua
Ad un certo punto del mio viaggio mi sono ritrovato fuori dalla rotta turistica e ho cominciato a guardare ciò che mi circondava con occhi diversi. E pensare di documentarlo per poi condividerlo mi faceva stare bene. Era nata la prima scheggia!
Un viaggio nel Nicaragua moderno, partendo dalle sue radici per arrivare alla bevanda nazionale, la Toña, lungo un percorso che attraversa città e sperduti villaggi rurali, su una via tracciata da fumanti vulcani
Una visione soggettiva e non esaustiva, perché frutto della mia personale esperienza di viaggiatore.
Per chi desideri approfondire la conoscenza del Nicaragua prima di intraprendervi un viaggio o semplicemente per spirito di conoscenza.
Non un racconto di viaggio, ma un piccolo viaggio in Nicaragua.
Introduzione
Fin da bambino ho sempre associato il Nicaragua alla guerra civile, ma dopo esserci stato, non più. Ora lo associo al popolo che ho conosciuto, ai bei posti visitati e alle esperienze vissute durante il mio viaggio.
Perché ho scelto il Nicaragua? Volevo visitare un paese del centroamerica e, documentandomi, ho scoperto che il Nicaragua viene considerato il paese più tranquillo e sicuro dell’area, a dispetto della sua storia.
In più è un paese ancora genuino, dove il turismo si sta sempre più sviluppando, ma non ha ancora raggiunto i livelli, ad esempio, del vicino Costa Rica, meta privilegiata del turismo USA.
In Nicaragua puoi parlare Inglese negli alberghi, ma per strada te la devi cavare con lo spagnolo, e pagherai il pranzo al comedor in Cordoba Nicaraguensi.
Questa immagine riprende un po’ il percorso della mia scheggia
Gli argomenti della mia scheggia sul Nicaragua
Come vedi non si tratta di un racconto di viaggio ma un piccolo viaggio in Nicaragua, visto attraverso i miei occhi di viaggiatore sotto diversi punti di vista, frutto della mia personale esperienza di viaggio e dei miei approfondimenti.
Geografia
Il Nicaragua è un piccolo paese, dove vivono circa 6 milioni di abitanti, sito nel cuore del Centramerica, incastonato tra l’Honduras a nord e il Costa Rica a sud. A ovest si affaccia sull’Oceano Pacifico, mentre ad Est sull’Atlantico, in particolare sul Mar dei Caraibi.
Mappa politica America Centrale
Siccome il paese è piccolo e una buona parte dell’area centrale è difficilmente visitabile, gli itinerari di viaggio, per quanto molto belli, si estendono su un’area di ridotte dimensioni, per cui capita spesso di incontrare più volte gli stessi viaggiatori in posti diversi.
Di seguito puoi vedere la mappa fisica
Spicca la presenza del lago del Nicaragua, il più grande del centramerica che, storicamente, ha dato al paese una importanza strategica: la presenza del lago rendeva infatti appetibile la creazione di un istmo, come quello di Panama, che mettesse in comunicazione i due oceani
Il Nicaragua è anche una terra di vulcani che interessano tutta la striscia di terreno che si affaccia sul Pacifico, come puoi vedere dalla cartina qui sotto
In questa zona dunque il paesaggio è dominato dalle caldere dei vulcani
Skyline del Nicaragua dominata dai vulcani
Alcuni sono in costante attività, come il Volcan Masaya, considerato “il più fumante”
Vi è poi un’area centrale, a nord del lago del Nicaragua, nella zona delle città di Esteli e Matagalpa, caratterizzata da un altopiano ammantato da nebulose foreste.
Paesaggio dell’altopiano settentrionale
Dove in realtà la foresta ha lasciato ampio spazio alle coltivazioni
Proseguendo verso est, il terreno degrada verso le pianure della fascia costiera che si affaccia sul mar dei Caraibi. In questa zona interna è forte la presenza dei narcotrafficanti che sfruttano le numerose coltivazioni di coca presenti. Il viaggio dal Pacifico verso l’Atlantico è impervio e può essere pericoloso proprio per la presenza dei narcotrafficanti. Per cui la maggior parte dei turisti percorre questa tratta in aereo. Io ho scelto di rimanere nella zona del Pacifico.
Le aree che si affacciano sul pacifico e sull’atlantico sono separate in modo netto e rappresentano due volti dello stesso paese, con culture e lingue diverse, a causa delle diverse vicende storiche che hanno visto l’affermarsi degli spagnoli sul Pacifico e degli inglesi sull’Atlantico.
Storia
Il Nicaragua ha preso il nome dal Cacique (capo) Nicarao, capo dell’omonima tribù che nel 1522 riusci a trovare un accordo con gli invasori sagnoli, offrendo la conversione del paese al cristianesimo. Questo posticipò di quache tempo il massacro del suo popolo che avvenne comunque poco tempo dopo per mano degli spagnoli.
All’epoca vivevano diversi gruppi indigeni, tra cui i Rama (sull’atlantico), i Chorotega e i Nicarao (sul Pacifico).
Le zone sul pacifico furono colonizzate dagli spagnoli, quelle sull’atlantico dagli inglesi. Ciò ha portato ad una differenza linguistica e culturale che dura ancora oggi.
L’indipendenza dalla Spagna arrivò nel 1821 e nel 1860 entrò a far parte del Nicaragua anche il protettorato britannico sull’atlantico.
Venendo alla storia più recente, il Nicaragua è stato segnato nel ‘900 da sanguinosi conflitti e dall’ingerenza degli Stati Uniti che nel 1912 inviarono i marines, imponendo una serie di governi favorevoli agli USA. Dopo il ritiro dei marines. Gli USA appoggiarono la dittatura della dinastia dei Somoza che durò un quarantennio.
Anastasio Samoza Garcia, il capostipite della dittatura dei Somoza
L’interesse degli USA per questo piccolo paese derivava dalla volontà di creare proprio lì, sfruttando il lago del Nicaragua, un canale transoceanico simile a quello di Panama.
Ai governi conservatori filo americani si oppose un movimento di ribelli tra cui Augusto Cesar Sandino che divenne il leader della guerriglia e che arrivò a controllare vaste aree del paese.
Sandino con la moglie Blanca Arauz – Loma de Tiscapa Managua
Il guerrigliero Sandino che si batte per la libertà è la più importante figura di riferimento per il Nicaragua moderno.
Ho scelto di ricordarlo mostrando una foto che lo ritrae come un uomo normale, ripreso accanto alla moglie Blanca Arauz.
La foto è esposta nel Parque Historico Nacional sulla Loma de Tiscapa che è la più importante collina (vulcanica) di Managua
Sandino fu assassinato assieme ai suoi uomini nel 1934, in un agguato orchestrato da Anastasio Somoza Garcia, a quel tempo leader della Guardia Nacional, che da lì a poco prese il potere e divenne il capostipite della dittatura dei Somoza che fu estremamente corrotta.
Ai Somoza si opposero sia la neoformazione di sinistra Fronte Sandinista di Liberazione nazionale (FSLN), sia l’ala moderata di estrazione liberale.
Nel 1978, l’assassinio del leader dei moderati Chomorro, fece scoppiare la rivoluzione che portò alla cacciata dei Somoza e alla creazione di un governo tra sandinisti e moderati;
Ben presto però il potere si accentrò nelle mani dei sandinisti che attuarono una politica di avvicinamento all’URSS e a Cuba, provocando al reazione degli USA che imposero sanzioni e finanziarono il movimento di opposizione armata dei Contras che diedero vita ad una sanguinosa guerra civile contro i Sandinisti.
Durante questo periodo gli USA, sotto l’amministrazione Reagan, finanziarono i Contras, girando loro i proventi di una vendita illegale di armi all’Iran durante la guerra iran – Iraq (1980-1988).
Questi fatti vennero alla luce e lo scandalo passo alla storia col nome Iran Contra o Iran gate
La guerra civile durò fino al 1990 quando i sandinisti indissero libere elezioni vinte dai moderati che tennero il potere per i successivi 16 anni.
Il Nicaragua oggi
Chi comanda oggi in Nicaragua è quest’uomo, Daniel Ortega, leader del partito sandinista ed eroe della rivoluzione, tornato al potere dopo 16 anni di governo moderato.
Al tempo del mio viaggio, imperversva ovunque questo suo manifesto propagandistico;
In un angolo della locandina si vede spuntare un albero giallo che ricorda un po’ l’albero della vita di Klimt: è il simbolo del potere di Ortega e in giro per Managua se ne vedono sorgere numerosi in acciaio
Ovunque in Nicaragua si trovano pitturati il rosso e nero simboli del partito sandinista, spesso a colorare la figura di un campesino col cappello. Ma spesso si trovano solo due strisce di vernice rossa e nera affiancate
Ovunque sono disegnate le insegne del FSLN
Due cose mi hanno colpito in particolare: i media parlano di Ortega chiamandolo per nome, Daniel!
E sulla facciata del municipio di una cittadina ho trovato riprodotto lo slogan di Ortega e davanti al municipio la bandiera del FSLN sventola a fianco di quella del Nicaragua!
Municipio di Diriamba con insegne sandiniste
Ortega, di fatto, si può definire il padre padrone del Nicaragua e ha portato il paese su posizioni filo Russe e filo Cinesi.
Ad esempio il Nicaragua è stato il secondo paese, a riconoscere nel Caucaso le regioni separatiste e protette dalla Russia dell’Abcazia e dell’Ossezia del Sud.
Durante il mio viaggio ho incontrato almeno tre figure simboliche su cui si fonda l’identità culturale del Nicaragua moderno:
In primis Sandino, autentico eroe nazionale, la cui statua (a fianco l’albero di Ortega) domina la collina Loma de Tiscapa di Managua
L’imponente statua di Sandino (assieme all’albero di Ortega)
A Sandino è stato intitolato l’aeroporto internazionale di Managua
L’aeroporto di Managua dedicato a Sandino
La seconda figura importante per il Nicaragua moderno è Ruben Dario, il più celebre poeta nicarguense.
Due colossi del Nicaragua: Sandino e il poeta Ruben Dario
In Nicaragua la poesia è una cosa seria; nei locali si organizzano serate in cui chiunque può andare a recitare una propria poesia. A Granada si celebra una volta all’anno uno dei più importanti festival internazionali di poesia.
Infine, la terza figura, è il Macho Raton che è un personaggio dell’opera Il Gueguense (o Macho Raton) risalente al 1500. Si tratta di un dramma satirico e costituisce la prima opera letteraria che fonde insieme elementi della cultura spagnola e nativa. E’ la storia di un uomo di affari indigeno alle prese con gli spagnoli inetti e corrotti; alla fine avrà la meglio con un po’ di astuzia.
Il Macho Raton viene raffigurato con il corpo di un uomo e la testa di cavallo e questo deriva dalla cultura nativa.
La sua rappresentazione si trova un po’ dappertutto, anche nei murales come questo
Murale con immagine del Macho Raton
Proprio i murales sono diffusissimi in Nicaragua; si va da quelli disegnati per gioco dai bambini
Bambini giocano a disegnare murales
a delle vere e proprie opere d’arte.
Uno dei tanti bellissimi Murales
Il murale ha una lunga tradizione e veniva utilizzato per comunicare messaggi ad una popolazione prevalentemente analfabeta; ne fecero grande uso i sandinisti per diffondere i loro messaggi rivoluzionari.
Durante il mio viaggio ho visto anche numerosi murales come questo che affrontano il tema della violenza sulle donne e incoraggiano le donne che hanno subito violenza a denunciare
Murale che incoraggia la denuncia delle violenze sulle donne
Il Nicaragua si riconosce quasi totalmente nella religione cattolica.
Le Chiese sono capillari: dalle sontuose cattedrali, alle graziose chiese “di quartiere”, fino a quelle assolutamente spartane dei villaggi, con il tetto in lamiera.
Chiesa con tetto in lamiera ad Ometepe
Ho letto che il governo sandinista di Ortega ha cercato negli ultimi anni di limitare il potere della Chiesa, ostacolando l’ingresso nel paese delle organizzazioni religiose.
Cambiando argomento, per quanto riguarda invece le attività di svago, lo sport nazionale è il baseball, di gran lunga più diffuso che il calcio.
Nelle città sono inoltre diffusissime sale dove si gioca a biliardo
Una delle numerose sale da biliardo
E, purtroppo, imperversano in ogni angolo anche le slot machine
E per i momenti di relax non manca mai una comodissima amaca, veramente molto diffusa in tutto il paese.
A Diriamba, infine, mi sono imbattuto per caso in un saggio di teatro di bambini; confesso che mi ha lasciato un po’ così vederli ballare sulle note, non proprio nicaraguensi, del Lago dei Cigni.
Ho trovato però nella coloratissima scenografia il contributo della cultura locale alla rappresentazione del balletto.
Dalle città ai villaggi
Dal punto di vista urbanistico il Nicaragua non offre grandi città, ma cittadine che si possono girare per lo più a piedi. La capitale, Managua, dal punto turistico non offre un granchè, ma è sicuramente autentica e di turisti in giro se ne vedono davvero pochi.
La città più visitata è invece senz’altro la graziosa città coloniale di Granada con i sui bei palazzi e la bella cattedrale
Palazzi in stile coloniale a Granada
Come in molte altre città, la Chiesa principale si affaccia su un giardino (il Parque Central) che la sera si riempie di bancarelle (fritangas) che offrono delizioso street food.
Tuttavia a Granada, con la sua via principale piena di tavolini dei numerosi ristoranti affollati dai turisti, non mi sembrava quasi di essere in Nicaragua! I Comedor erano spariti, così come il Gallo Pinto, almeno nel centro.
Come sempre però basta allontanarsi un minimo dalla via centrale per imbattersi in qualcosa di autentico come il mercato coperto con i suoi banchi ricchi di pesce.
Il mercato che ho trovato più pittoresco, tuttavia, è quello di Masaya
Nelle acque del lago del Nicaragua che bagnano i dintorni di Granada, sorgono Las Isletas, un arcipelago di isolette vulcaniche, un tempo unicamente popolate dagli abitanti più poveri, ed oggi sempre più acquistate da famiglie benestanti che stanno rimpiazzando quelle più povere
Sontuosa dimora su una delle Isletas
Una delle tante minuscole Isletas
Vi sono poi le cittadine minori, quelle completamente al di fuori del circuito turistico e, per questo, più autentiche. Io ho visitato Diriamba, che con le sue casette basse e colorate mi è piaciuta molto.
In generale, nonostante il Nicaragua sia un paese povero, non ho visto degrado e le cittadine sono assolutamene dignitose.
Sulla costa vi sono piccoli villaggi di pescatori, come a Las Penitas, dove al mattino presto sulla spiaggia adulti e bambini attendono l’arrivo delle piccole barche dei pescatori, per scaricare e pulire immediatamente il pesce appena pescato.
Lo scarico del pesce a las Penitas
Pulizia del pesce appena pescato a Las Penitas
Vi sono infine i minuscoli villaggi, per esempio quelli che ho visto sull’isola di Ometepe e nelle aree rurali dell’altopiano settentrionale.
In questi posti l’asfalto lascia ben presto il posto a stradine sterrate e sentieri.
Abitazioni nell’isola di Ometepe
In tutti i villaggi il punto di riferimento commerciale è la pulperia, dove puoi trovare tutti quello che ti serve
Cucina
Il piatto nazionale del Nicaragua è il Gallo Pinto, ovvero riso e fagioli cotti separatamente e poi fritti insieme.
Il Gallo Pinto viene servito in tutti i pasti, da colazione a cena. Ciò che varia è ciò che si mette intorno: a colazione generalmente uova e formaggio
Colazione a base di Gallo Pinto
A pranzo e cena, invece, spezzatino di carne: la scelta è costantemente tra res, cerdo o pollo, ovvero, carne di vitello, maiale o pollo.
I nicaraguensi consumano il pasto nei Comedor, ristorantini molto spartani del tipo mordi e fuggi che servono Gallo Pinto a volontà, guarnito a scelta da res cerdo o pollo.
Molto usato per guarnire il gallo pinto è anche il maduro (platano), che può essere aggiunto crudo, o tagiato a fette e fritto. Il platano è simile a una banana, ma di dimensioni maggiori.
Nelle località sulla costa si consuma poi pesce a volontà. Il pesce tuttavia, sia nei ritoranti che nelle fritangas (bancarelle di strada), viene cucinato generalmente fritto, annegato in una montagna di olio, per cui, diventa secco e abbastanza pesante da digerire.
Fritanga con pesce fritto a Las Penitas
Le cucine delle fritangas possono davvero essere molto artiginali!
Cucina a legna per street food a Las Penitas
Se vuoi mangiare più leggero, al ristorante puoi chiedere di cucinare il pesce a la plancha, cioè alla griglia, con una maggiorazione di prezzo, ma con un risultato decisamente migliore.
Pesce alla plancha servito con Gallo Pinto in versione più elaborata
Il caffè viene consumato ovunque, ma sebbene il Nicaragua sia un paese produttore di caffe, ovunque viene servito il caffè solubile “Presto”
Solo a Granada invece puoi gustare la specialità cittadina: il Vigoron: una insalata a base di foglie di cavolo e jucca.
Infine, la bevanda nazionale diffusa in tutto il paese: la birra Toña, un vero tormentone!
Viaggiare in Nicaragua
In Nicaragua si viaggia prevalentemente con la fitta rete di coloratissimi autobus.
I bagagli più ingombranti vengono caricati sul tetto; I mezzi viaggiano strapieni, con le persone stipate nel corridoio,
mentre chi sta dietro divide lo spazio con sacchi di fagioli e caschi di platani
Casco di platani in viaggio su un autobus
I bus possono essere così affollati che una volta mi è capitato di non riuscire a scendere alla fermata giusta.
Per raggiungere le località più remote si avventurano in strade sterrate, sollevando nubi di polvere.
Soprattutto nelle tratte urbane si può prendere il taxi collettivo, cioè un taxi che viene condiviso con altre persone lungo il percorso. Anche in questo caso non pensare di vaggiare troppo comodo
A Granada, invece, puoi viaggiare più comodamente in carrozza
Ci sono infine le imbarcazioni che navigano sulle acque del lago del Nicaragua. Qui ho viaggiato un po’ più comodo, ma lungo tutto il viaggio verso l’Isola di Ometepe, un marinaio ha azionato di continuo una pompa manuale per aspirare acqua dalla stiva e scaricarla sul ponte e da lì nel lago. Ciò non mi ha dato la sensazione di un viaggio cosi sicuro!
In traghetto sul lago: l’acqua viene aspirata dalla stiva e scaricata sul ponte
I miei preferiti
Durante il mio viaggio ho vissuto tante esperienze che rimarrano nella mia memoria, ma su tutte ce ne sono state due che mi hanno particolarmente colpito e su cui voglio soffermarmi:
passare qualche giorno nell’entroterra rurale della riserva Area Protegida Miraflor sull’altopiano settentrionale, per comprendere qualcosa sullo stile di vita di chi ci abita, e visitare l’Isola di Ometepe per ammirare la sua incredibile natura
L’entroterra rurale dell’Area Protegida Miraflor
Ho voluto addentrarmi nell’entroterra del Nicaragua rurale, dove si sta sviluppando un turismo locale fatto di famiglie di contadini che ospitano turisti nelle loro fattorie.
Sono stato ospite di una di queste famiglie, all’interno della Area Protegida Miraflor, nella zona di Esteli, dove ho scoperto un mondo diverso dal mio o almeno, direi, alquanto appartato: per arrivare a destinazione dalla cittadina di Esteli, ho impiegato due ore di bus, di cui una su strada sterrata. E poi poco meno di un’ora a piedi lungo una stradina che attraversava una campagna avvolta nella nebbia.
La loro casa, una abitazione semplice, fatta in blocchi di cemento, con la cucina sotto una tettoia è completamente immersa nella campagna, e sorge in un minuscolo villaggio, collegato ad altri villaggi da strade sconnesse.
La casa dove sono stato ospite nell’Area Protegida Miraflor
all’esterno il forno a legna
Il bagno è fuori, un buco dentro una baracca
per la doccia, anch’essa esterna, c’è un bidone d’acqua scaldato dal sole
Niente corrente elettrica; da qualche tempo c’è un pannello solare per la luce, ma non ce la fa ad alimentare il frigo; l’acqua è quella di fonte, perché non c’è l’acquedotto e, ovviamente niente gas.
L’acqua per offrirla ai turisti viene filtrata; io non mi sono fidato e ho praticamente bevuto per tre giorni solo caffè!
In un posto come questo sembra mancare tutto, ma ad uno sguardo più attento le cose non stanno proprio in questi termini.
Il nucleo famigliare consiste in una famiglia allargata: padre e madre vivono con le loro tre figlie, di cui due sposate e con un bambino ciascuna.
La famiglia è il più possibile autosufficiente: producono caffè, frutta, verdura, latte, formaggio, uova e un po’ di carne. Altri alimenti li acquistano, ad esempio il riso.
Qualcuno nel villaggio possiede un furgone e lo mette a disposizione; così possono trasportare i loro prodotti aliementari per venderli in città; poi nella pulperia possono acquistare quello di cui hanno bisogno. E con un po’ di turismo raggranellano ancora un po’ di denaro.
Per dare l’idea delle dimensioni di questo turismo, la casa dove ho alloggiato io disponeva di 6 posti letto per i turisti. Quando sono arrivato ero l’unico, il giorno dopo è arrivata una ragazza canadese.
Ho voluto passare una intera giornata con loro, rinunciando ad esplorare i dintorni per cercare di capire qualcosa del loro stile di vita.
Così alle 7 del mattino, partenza verso la campagna: la squadra era composta dal padre con i due generi, i due bambini al seguito e un cavallo.
Il lavoro di quella giornata consisteva nel creare una diramazione da una condotta per portare l’acqua ad una vasca per abbeverare le mucche.
Si è quindi scavata col piccone un trincea, posata la nuova condotta fatta da tubi di plastica giuntati ad incastro, fino ad arrivare alla vasca e infine la si è allacciata alla condotta “madre”; il tutto, direi, con grande perizia.
E mentre gli adulti lavoravano, i bambini….giocavano a pochi metri
Mentre gli adulti lavorano, i bambini al seguito giocano
Non c’è quindi bisogno dell’asilo e i bambini vengono seguiti anche durante la giornata lavorativa.
Verso la mezza il lavoro era finito e la vasca era bella piena d’acqua
Il lavoro finito: la vasca piena d’acqua
e così ci si è incamminati in allegria sulla via del ritorno per arrivare a casa per le 13, dove ci aspettava il pranzo preparato dalle donne.
Rientro in allegria per l’ora di pranzo
E il pomeriggio…. relax per tutti! Io ho raccolto un po’ di caffè nel giardino di casa!
Lungo la strada hanno voluto farmi presente di sentirsi autosufficienti ed ecologici: non hanno bisogno di spendere soldi per il gasolio di un trattore, perché usano il cavallo o i buoi; non devono pagare bollette dell’acqua, del gas o della luce e in più non inquinano.
Insomma, mi hanno voluto dire con orgoglio che a loro non manca nulla, mentre noi, tutto quello di cui abbiamo bisogno dobbiamo comprarlo e in più inquiniamo. Nonostante quello che può sembrare a prima vista, a noi turisti sentono di non avere un granchè da invidiare!
Nella famiglia allargata ci si aiuta a vicenda, ognuno ha i suoi compiti, e dove la famiglia non può arrivare, ci si aiuta a vicenda tra gli abitanti de villaggio.
Ma non a tutti piace questa vita: uno dei due ragazzi mi ha spiegato di essere in realtà lì con la moglie solo per il weekend.
I due ragazzi infatti, con le loro mogli, hanno fatto scelte profondamente diverse.
Tino, che indossa una tuta di lavoro, ha scelto con la moglie il modello di vita della campagna dove è nato. Vive e lavora con moglie e flglia nella casa dei suoceri.
Juan e la moglie invece non hanno voluto questo tipo di vita e sono andati a vivere in città, dove entrambi hanno trovato un lavoro.
Ma abbandonando il nucleo famigliare hanno dovuto pagare un prezzo altissimo: nessuno in città si può occupare della loro bimba durante l’orario di lavoro. E cosi la bambina è restata a vivere in campagna con i nonni e i genitori vengono a trovarla solo nei weekend.
L’isola di Ometepe
Uno dei posti piu affascinanti dal punto di vista naturalistico tra quelli che ho visitato, è sicuramente l’Isola di Ometepe.
L’isola, a forma di otto, è dominata da due vulcani: il Concepcion, attivo, e il Maderas, spento
L’isola di Ometepe, dominata dai due vulcani
Il lembo di terra pianeggiante che circunnaviga i due vulcani è veramente esiguo.
Un cartello inequivocabile indica la via di fuga in caso di eruzione, ma considerata la geografia dell’isola, non mi dava grande sicurezza!
La ruta di evacuacion…..servirà??
In tutti i paesaggi che ho ammirato, domina il vulcano Concepcion con la sua sagoma a forma proprio di…..vulcano e la nuvoletta bianca perennemente adagiata sulla cima
Sul versante sud del Concepcion sorge la reserva Charco verde, dove ho fatto spendide passeggiate sul lungo lago, costeggiando la spiaggia che altro non è che una esile striscia di sabbia schiacciata tra la foresta e il lago.
Una striscia di sabbia invasa dalla foresta che si getta nel lago
ammirando uccelli bianchi e blu e delle specie di antenne sulla testa. Non sono un ornitologo, ma da quello che ho letto, dovrebbe trattarsi della ghiandaia blu.
Questi luoghi così incontaminati mi hanno commosso per la loro bellezza. Assolutamente nessuno a vista d’occhio, per cui ho potuto tranquillamente fare il bagno nudo. Solo un senso di inquietudine suscitato dal vento forte e dall’udire in lontananza un verso di un qualche animale, quasi un ruggito.
A Ometepe tutti ti salutano; puoi vedere le donne lavare i panni nelle acque del lago
e nei piccoli villaggi molte case sono senza porta di ingresso o viene comunque lasciata aperta, per cui passeggiando potevo scorgere le famiglie che si rilassavano davanti alla tv.
Vicino alla spiaggia di Santo Domigno, celebratissima dalle guide (bella, ma spostandosi lungo il litorale ce ne sono altre altrettanto belle e più autentiche perchè non c’è turismo), ho preso un caffè. Il cameriere mi ha portato la zuccheriera e togliendo il coperchio mi sono trovato un bel po’ di moscerini che nuotavano nello zucchero. Ho allora fatto cenno al cameriere che tutto sommato preferivo senza zucchero, ma lui mi ha detto….non preoccuparti ci penso io! E’ sparito un attimo per poi tornare con una zuccheriera uguale a quella di prima (la stessa???), ma senza moscerini. A quel punto come rifiutare? Così ho preso col cucchiaino una modica quantità di zucchero e l’ho versata nel caffè. Sono riuscito a berne metà, non per il pensiero dei moscerini, ma perché era veramente imbevibile!
Piccoli contrattempi come questo lasciano tuttavia presto il passo alla bellezza di quest’isola e alla ricchezza della sua fauna.
Io ne ho visto molta facendo una escursione in kayak (con guida) sul rio Istiam, imboccandolo dalla foce nel lago. L’escursione è splendida perché il rio è stretto e passa attraverso una fitta vegetazione costellata di uccelli, tartarughe e…..caimani.
Ho fatto in particolare “amicizia” con un caimano di grosse dimensioni che se ne stava immobile su una roccia al sole su una sponda del fiume. Col kayak saremo arrivati a 2-3 metri: potevo vedergli i denti che uscivano dalla bocca chiusa. Io ero abbastanza inquieto (no…ho avuto proprio fifa), mentre la guida era tutta eccitata e mi ha letteralmente strappato dalle mani la macchina foto per scattargli anche lui delle foto, perché diceva di non averne mai visto uno così grande.
All’improvviso il caimano di colpo ha spalancato la bocca, perché aveva fame secondo la guida. Non so dire se fosse proprio così o se la guida abbia colto la mia agitazione e abbia voluto divertirsi un pochino.
Mi ha poi spiegato che i caimani si nutrono di animali di piccole dimensioni: pesci, uccelli, anfibi, piccoli mammiferi. Niente prede umane quindi….
Poco dopo ne abbiamo incontrato un altro, questa volta più piccolo, anche lui immobile, ma immerso nell’acqua. E con lo sguardo simpatico
L’itinerario del mio viaggio in Nicaragua (gen 2014)
1 |
dom |
Milano – Managua |
2 |
lun |
Managua |
3 |
mar |
Managua – Leon |
4 |
mer |
Leon – Vulcano Cerro Negro |
5 |
giov |
Leon – Las Penitas |
6 |
ven |
Las Penitas resera Isla Juan Venado |
7 |
sab |
Las Penitas – Esteli |
8 |
dom |
Esteli – Area Protegida Miraflor |
9 |
lun |
Area Protegida Miraflor |
10 |
mar |
Area Protegida Miraflor- Matagalpa |
11 |
mer |
Matagalpa – Ometepe |
12 |
giov |
Ometepe – (reserva Charco Verde) |
13 |
ven |
Ometepe – (Santa Cruz) |
14 |
sab |
Ometepe -Rio Istiam |
15 |
dom |
Ometepe – San Juan del Sur |
16 |
lun |
San Juan del Sur – Playa de Coco |
17 |
mar |
San Juan del Sur – Granada |
18 |
mer |
Granada – Laguna de Apoyo |
19 |
giov |
Granada – Isletas – Diriamba |
20 |
ven |
Diriamba – Huehuete beach |
21 |
sab |
Diriamba – Mirador Catarina – Masaya |
22 |
dom |
Masaya – Vulcano Masaya |
23 |
lun |
Masaya – Managua – Milano |