Schegge di mondi
La mia Scheggia sul Laos
Laos: La Cenerentola dell'Indocina
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Laos: La Cenerentola dell'Indocina
Laos: La Cenerentola dell’Indocina
Ho visitato il Laos nel 2018, attraverso il nord di un paese martoriato dalla storia, ricco di natura ed abitato da un popolo mite. Al termine del mio peregrinare l’ho battezzato “Paese Cenerentola”. Per tanti motivi. Ad esempio è il paese più povero e meno sviluppato dell’area e dipende fortemente da sussidi di paesi stranieri; storicamente poi non è mai stato una potenza dominante e la sua storia recente è stata pesantemente influenzata dagli avvenimenti in uno dei suoi più potenti vicini: il Vietnam. Se vuoi conoscere gli altri motivi sfoglia la mia Scheggia sul Laos: non un racconto di viaggio, ma un piccolo viaggio nella Cenerentola dell’Indocina.
Sfoglia la mia scheggia sul Laos; una overview del paese sotto gli aspetti storici, geografici, culturali e altri ancora, in un percorso guidato dalle mie fotografie di viaggio.
Una visione soggettiva, perché frutto della mia personale esperienza di viaggiatore.
Per chi desideri approfondire la conoscenza dell’Iran prima di intraprendervi un viaggio o semplicemente per spirito di conoscenza.
LAOS: LA CENERENTOLA DELL’INDOCINA
Introduzione
Nei cataloghi dei tour operator il Laos viene spesso pubblicizzato come “La gemma nascosta dell’Indocina”
Durante il mio viaggio mi è venuto spontaneo invece definirlo come “la Cenerentola dell’Indocina”
Con la mia scheggia cercherò di spiegare perché.
In sintesi, rispetto ai suoi vicini, la Cenerentola Laos è l’unico paese a non avere sbocco sul mare.
E’ il paese più povero e meno sviluppato dell’area e dipende fortemente da sussidi di paesi stranieri.
Storicamente non è mai stato una potenza dominante e la sua storia recente è stata pesantemente influenzata dagli avvenimenti in uno dei suoi più potenti vicini: Il Vietnam.
Tutti abbiamo sentito parlare di quella che è passata alla storia come la guerra del Vietnam, ma forse non tutti sanno che durante quella guerra il Laos fu segretamente, ma pesantemente bombardato, al punto che si parla del Laos come del “paese più bombardato della storia”.
Oggi il Laos è un paese tranquillo e i suoi abitanti sono miti e cordiali e puoi girarlo senza particolari pericoli. Rispetto alla Thailandia non c’è una prostituzione evidente; proprio per contrastare la prostituzione in Laos i rapporti sessuali tra stranieri e donne laotiane al di fuori del matrimonio sono vietati per legge.
Questa immagine mostra gli argomenti della mia scheggia sul Laos.
Non un racconto di viaggio, ma un piccolo viaggio in Laos, visto dai miei occhi di viaggiatore sotto molteplici punti di vista e frutto della mia personale esperienza di viaggio.
Storia
I primi insediamenti in Laos sono molto antichi e risalgono a 50 mila anni fa. Tuttavia per il primo regno di una certa consistenza bisogna attendere fino al 1350, data di inizio del Lan Xang (Regno di un milione di elefanti ).
Con capitale Luang Prabang e poi Vientiane, sotto il Lan Xang per circa quattro secoli il Laos conobbe il periodo di massimo splendore della sua storia, durante il quale poté competere alla pari con le altre potenze all’epoca egemoni: la Birmania e il Siam (l’odierna Thailandia).
Proprio durante questo periodo arrivò dalla Thailandia il buddismo e vennero eretti i meravigliosi templi che oggi i viaggiatori ammirano a Luang Prabang e Vientiane.
Ad esempio il Pha That Luang di Vientiane, stupa risalente al 1500, che costituisce oggi il monumento simbolo del Laos.
Il declino del Regno di un milione di elefanti cominciò intorno al 1750 quando, a seguito di lotte di successione, il regno venne diviso in tre deboli principati che vennero facilmente conquistati dai Thailandesi.
Quando dopo la metà dell’‘800 i colonizzatori francesi entrarono in Indocina, la Thailandia era la potenza dominante nella zona e non a caso fu l’unico paese dell’area a non essere colonizzato, come puoi vedere da questa mappa dell’Indocina colonizzata dai francesi e dagli inglesi
Tuttavia per mantenere l’indipendenza, la Thailandia dovette cedere ai francesi il Laos, che così divenne parte dell’impero coloniale francese.
L’anno di svolta per l’indipendenza fu il 1954 con la battaglia di Dien Bien Phu, cittadina di confine del Vietnam del nord, come puoi vedere nella mappa qui sotto.
La battaglia, combattuta e vinta dai vietnamiti contro i francesi, segnò la fine dell’impero coloniale francese in Indocina e determinò quindi l’indipendenza anche della Cenerentola Laos.
Durante il mio viaggio ho attraversato il confine tra Laos e Vietnam e sono andato a vedere Dien Bien Phu, scoprendo una cittadina collegata fortemente al ricordo di quella battaglia che rappresenta motivo di orgoglio nazionale.
I principali punti di attrazione sono proprio volti a celebrare la vittoria sui francesi.
Ad esempio il sito passato alla storia col nome collina A1, all’epoca postazione francese, fu uno dei teatri della cruenta battaglia. Oggi vi sono riprodotte scene dei combattimenti e sono esposti numerosi residuati bellici.
O il monumento alla vittoria che sorge su un’altura nel centro cittadino accessibile da una imponente scalinata
Subito dopo Dien Bien Phu, alle potenze coloniali si sostituirono gli USA e il partito comunista, in lotta per il controllo dell’Indocina; l’equilibrio politico e la pace nell’area vennero sanciti dalla conferenza di Ginevra (1954), che stabilì l’indipendenza e la neutralità politica del Laos e la divisione del Vietnam in Vietnam del Nord e del Sud. Il nord sotto il controllo dei filo comunisti, il sud governato da un protettorato americano, creando così le premesse per lo scoppio, 10 anni più tardi, della guerra del Vietnam.
Il Laos divenne indipendente e neutrale col nome di “Regno del Laos” in cui però coesistevano e si contrapponevano il Pathet Lao, movimento di ispirazione marxista che mirava alla creazione di uno stato comunista, e il governo del Regno del Laos, che invece si avvaleva sempre più del sostegno e dei finanziamenti degli Stati Uniti in chiave anticomunista.
Nell’immagine qui sotto, la bandiera del Regno del Laos, che richiama l’antica terra del milione di elefanti, si contrappone al tricolore del Pathet Lao.
Questa contrapposizione generò una sanguinosa guerra civile, pienamente in atto al momento dello scoppio della guerra del Vietnam.
Durante la guerra del Vietnam il Pathet Lao era particolarmente attivo nell’area nord est del paese, prossima al Vietnam; inoltre il famoso sentiero di Ho Chi Minh lungo cui i vietcong facevano transitare uomini, armamenti e rifornimenti dal Vietnam del nord a quello del sud, passava anche in territorio laotiano.
Tutto ciò fece si che gli americani decisero di bombardare segretamente il Laos, dando origine a quella che viene definita come la guerra segreta.
Segreta perché il Laos era stato dichiarato neutrale e quindi non poteva essere ufficialmente attaccato. All’epoca dunque il popolo americano non sapeva che il proprio governo stava bombardando in modo massiccio il Laos.
La cartina qui sotto mostra la mappa delle aree del Laos bombardate.
I bombardamenti furono così intensi da far definire il Laos come il paese più bombardato della storia.
Interi villaggi furono rasi al suolo; ad esempio la cittadina della foto, Nong Khiaw, è la ricostruzione avvenuta nel dopoguerra di una cittadina originariamente sita a circa 5 Km più a monte lungo il fiume Nam Ou.
Furono bombardati anche villaggi come questo qui sotto dove, per quello che ho potuto vedere visitandoli, all’epoca probabilmente la gente pensava a come procurarsi da mangiare e poco o nulla sapeva di comunismo o capitalismo.
In Laos ancora oggi sussiste, come in Vietnam, il problema degli ordigni bellici inesplosi, la cui presenza viene segnalata anche lungo alcuni percorsi turistici come quello della foto qui sotto; molti residuati bellici sono stati invece recuperati e vengono oggi esibiti o utilizzati come elementi di arredo.
Durante i bombardamenti la popolazione e i membri del Pathet Lao trovarono rifugio in grotte all’interno di massicci calcarei. Le più famose sono quelle di Vieng Xai. Io ho visitato quelle di Nong Khiaw, col timore di perdermi perchè sono ancora oggi senza illuminazione e segnaletica. Visitale con un guida!
Geografia
Il Laos si trova nella penisola indocinese e, come puoi vedere dalla cartina politica, è l’unico paese dell’area a non avere sbocco sul mare.
La parte nord, quella che ho visitato io, è montuosa e molto impervia, mentre la parte sud è più pianeggiante e accessibile.
La catena montuosa Annamita corre da nord a sud e segna un importante spartiacque territoriale e culturale con il vicino Vietnam. Ad esempio la scrittura laotiana è molto differente da quella vietnamita.
Nella foto che segue, puoi vedere a sinistra un quaderno di scuola che una bambina mi ha mostrato; è scritto con i caratteri laotiani, incomprensibili per un viaggiatore occidentale; a destra un cartello stradale con la scritta in vietnamita, che invece utilizza l’alfabeto latino, importato in Vietnam dai Gesuiti intorno al 1600. Prima di allora i vietnamiti, privi di una propria scrittura, avevano adottato gli idiogrammi cinesi che tuttavia mal si adattavano a rappresentare alcuni suoni della lingua vietnamita.
Anche la religione è diversa: a ovest degli Annamiti, in Laos, vi è una forte connotazione buddista, religione giunta dall’India attraverso la Thailandia, mentre a est della catena montuosa, il Vietnam ha risentito dell’influenza cinese e quindi molti vietnamiti sono atei oppure seguaci del taoismo o di Confucio.
Nella geografia fisica del Laos e dell’intera Indocina, assume grande importanza la fitta rete fluviale, in quanto porta ai villaggi acqua, cibo, rende fertili le valli e costituisce una importante rete di collegamento.
Il fiume piu importante, uno dei simboli dell’intera Indocina, è il Mekong che nasce in Tibet e si sviluppa per quasi 5000 km attraversando da nord a sud l’Indocina, segnando i confini del Laos con il Myanmar prima e la Thailandia dopo.
Il Mekong è il dodicesimo fiume più lungo del mondo, ma è secondo solo al Rio delle Amazzoni per biodiversità. E’ un fondamentale mezzo di trasporto e fonte di cibo per 60 milioni di persone, garantendo 2,6 milioni ton/anno di prodotti ittici; le sue acque rendono inoltre fertili i campi, permettendo la coltivazione del riso. Non a caso i centri più importanti si sono sviluppati nella sua fertile vallata.
Il forte incremento della domanda di energia elettrica nel Sud Est asiatico (aumento del 60 % negli ultimi 15 anni) ha favorito la nascita di progetti di sfruttamento del Mekong a fini idroelettrici, con la costruzione di numerose dighe lungo tutto il percorso del fiume. Tutto ciò è sfociato in tensioni tra i paesi di monte, Cina in primis, che sfruttano la risorsa a fini energetici e i paesi di valle, come Cambogia e Vietnam, che pagano il prezzo dell’impatto ambientale di questo sfruttamento, in termini di siccità e depauperamento della risorsa ittica.
Il Laos oggi
A seguito della vittoria dei comunisti nella guerra del Vietnam, anche nella Cenerentola Laos prese il potere il partito comunista che governa tutt’oggi.
Si tratta di un comunismo di tipo cinese, quindi aperto al libero mercato. Dal punto di vista politico comunque in Laos non c’è democrazia.
Nelle città si vedono sventolare fianco a fianco la bandiera del Laos e quella falce e martello. Ma per quel che ho visto io, nelle campagne la falce e martello sparisce e rimane solo quella del Laos.
Curiosamente il Laos è l’unico paese comunista ad avere mantenuto una bandiera che non è dominata dal “rosso comunista”. Nella bandiera laotiana (che è quella del partito comunista Pathet Lao), il rosso ricorda il sangue versato per l’indipendenza, il blu il benessere della nazione, e la palla bianca, secondo l’interpretazione più romantica, la luna che sorge sul Mekong.
Il Laos è considerato uno dei paesi più poveri dell’Asia. La sua economia si basa su agricoltura, legname e produzione di energia idroelettrica.
E’ un paese che vive di sussidi che sono ben accetti e anche mostrati con gratitudine. Come nel caso di questa scuola costruita con il contributo del Giappone.
Il più grande investitore è pero la Cina, che finanzia grandi opere. I grandi cantieri che ho visto recano tutti scritte cinesi, come questo
Anche questa diga in costruzione sul fiume Nam Ou reca insegne cinesi.
La popolazione del Laos è un miscuglio di etnie; la principale è la Lao Loum a cui appartengono gli abitanti delle pianure, mentre tra le montuose regioni settentrionali vivono numerosi altri piccoli gruppi etnici, come ad esempio gli Hmong, di cui fa parte la donna nella foto.
Nel nord del paese la diversità culturale è talmente elevata che due dei villaggi che ho visitato io, distanti tra loro qualche ora di cammino, appartengono a due etnie diverse, con due religioni e due lingue locali diverse, che una persona che parli solo Laotiano non riuscirebbe a comprendere.
In generale in Laos la società è basata sul modello della famiglia allargata, su base però matriarcale. Cioè quando una coppia si sposa va a vivere per un periodo di tempo nella famiglia di lei; normalmente fino a quando non si sposa una sorella più giovane.
Nonostante questo, il ruolo della donna è sempre subalterno rispetto all’uomo; ad esempio le donne dell’etnia prevalente (Lao Loum) possono ereditare i beni, ma le decisioni sui beni le prende in ogni caso l’uomo. Nelle etnie minori, invece, difficilmente la donna può ereditare qualcosa.
Religione
Il Laos è un paese prevalentemente buddista, religione giunta dall’India attraverso la Thailandia. Si tratta in realtà di un buddismo adattato al marxismo tant’è che i monaci devono frequentare corsi di indottrinamento al marxismo.
Durante la guerra i comunisti ottennero il sostegno dei monaci; tuttavia finita la guerra cercarono di sradicare dal popolo questo culto proibendolo; ma la gente si ribellò e dovettero recedere.
Il Laos quindi ha oggi la particolarità di essere un paese comunista e contemporaneamente profondamente buddista.
I templi buddisiti sono ricchi di raffigurazioni del Buddha, a cui si associano altre immagini ricorrenti quali, ad esempio, il drago l’elefante.
Altro elemento ricorrente nella simbologia buddista è il fiore di loto, il cui seme germoglia nel fango e si eleva fino a fiorire sul pelo dell’acqua, a simboleggiare il percorso di elevazione dello spirito.
Specialmente nelle città più grandi è facile vedere girare per strada i monaci, nella loro caratteristica tunica color giallo zafferano.
I monaci si mostrano imperturbabili, esenti da ogni passione. Ma se li fermi per strada e chiedi informazioni, generalmente sono cordiali, sorridono e ti rispondono in inglese.
La maggior parte dei monaci sono ragazzini, se non addirittura bambini. Non si tratta generalmente di persone votate alla vita religiosa, in quanto in Laos il monachesimo viene considerato una sorta di dovere sociale, per cui i giovani sono chiamati a prestare servizio come monaci per un periodo di tempo, generalmente qualche mese, per poi generalmente tornare alla vita laica.
Al monachesimo sono ammessi solo gli uomini; questo perché nel buddismo si ritiene che la donna rappresenti uno stadio di incarnazione intermedio da cui non si può accedere direttamente al Nirvana. Quindi si può raggiungere l’illuminazione solo se si è uomini. In realtà nel buddismo tibetano le donne sono ammesse al monachesimo; Invece in Indocina sono ammessi solo gli uomini.
Molto particolare e suggestiva è la cerimonia del Tak Bat che ha luogo nei centri buddisti: ogni giorno all’alba, i monaci percorrono in processione le strade con delle ceste e raccolgono le elemosine dalla comunità di fedeli (generalmente riso o comunque alimenti).
In questo modo la comunità sostiene i monaci, che ricambiano in preghiere e cantando una benedizione.
Ma non solo: i monaci ridistribuiscono parte delle offerte ai poveri, come questa bambina che si è fatta trovare col secchio vuoto e se ne è andata con il secchio pieno di riso.
La maggior parte dei turisti assiste al Tak Bat a Luang Prabang, il che fa diventare il tutto una grande attrazione, con turisti indiavolati che si accalcano tra monaci e fedeli, scattando foto ravvicinate con tanto di flash in faccia.
Per vedere qualcosa di più autentico basta allontanarsi dalla via principale o ancora meglio, vedere la stessa cosa in un qualche piccolo centro dove la cerimonia avviene allo stesso modo, ma senza turisti. Ad esempio a Muang Khua dove ho scattato questa foto.
Il buddismo è la religione prevalente, ma, specialmente nelle regioni settentrionali abitate dalle minoranze etniche, sono diffuse numerose altre religioni di tipo animista, cioè in cui si pratica il culto degli spiriti dei morti, di cui bisogna accattivarsi la benevolenza.
Dalle città ai villaggi
Sono arrivato a Vientiane avendo in mente le caotiche megalopoli asiatiche e ho trovato invece una tranquilla cittadina. Il perché è molto semplice: per fare un esempio, Vientiane 200 mila abitanti contro gli 8 milioni di Bangkok.
Il mercato di Vientiane mi ha colpito per la sua tranquillità: intorno ai banchi, veramente poca gente rispetto a ciò che ho visto in passato altrove.
Tra i banchi di frutta e verdura trovano posto anche i parrucchieri per signora.
Il principale centro culturale, sede dell’antica capitale del regno Lan Xang, è Luang Prabang, 12 ore di bus a nord di Vientiane, che puoi girare tranquillamente in bicicletta.
A sud segnalo invece Pakse, importante punto di snodo dei traporti locali.
Ma in Laos vi sono soprattutto una miriade di piccoli villaggi; alcuni, generalmente posizionati sulle strade di collegamento principali, sono più sviluppati; altri invece, sono più isolati e raggiungibili solo con strade impervie: lì sembra essersi fermato il tempo.
Alcuni villaggi, come questo che ho visitato, sono senza luce, acqua e gas.
Le case tradizionali sono fatte in legno e bambù e sono su palafitte per staccarle dal terreno bagnato durante la stagione delle piogge e per stoccare al riparo il riso.
Per l’acqua c’è il fiume
per il fuoco c’è la legna; i fuochi per cucinare vengono accesi dentro le case, con il fumo che fuoriesce dalle numerose fessure lungo le pareti
per la luce ci sono le lampade ad olio o si va a dormire.
In questi villaggi non ci sono negozi e la comunità vive di caccia e pesca, come queste rane pescate nel fiume e scuoiate per separarle dalla pelle velenosa;
vive di raccolta e di piccoli allevamenti di animali da cortile, come pulcini, cinghialetti domestici, ma anche cani;
vive, infine, di coltivazione di riso e di piccoli commerci dei prodotti raccolti nella giungla e venduti al mercato nella più vicina città.
E mentre gli adulti si dedicano a queste attività i bambini stanno all’aperto tra di loro e giocano, soprattutto nel fiume, senza il controllo diretto degli adulti.
…Possibilmente dopo la scuola, visto che in tutti i villaggi che ho visto è presente la scuola primaria, che spesso porta le insegne di un qualche sussidio internazionale.
Vi sono poi villaggi più sviluppati, dove compare la corrente elettrica, la parabola per la TV e un paio di piccoli negozietti.
Vi sono poi villaggi più grandi e sviluppati che si affacciano generalmente sulle strade principali.
Nelle cittadine, infine, trovi quello che non ti aspetti: accanto alle case tradizionali, spuntano moderne ville da fare invidia, a testimonianza di una notevole diversità sociale.
Cucina
Il piatto tipico per eccellenza della cucina laotiana è la zuppa di noodles
I noodles sono spaghetti di riso che vengono immersi in un brodo in cui galleggiano pezzetti di carne e verdure. A essere sinceri non l’ho trovata molto invitante.
Deliziosa invece la versione asciutta dei noodles, sempre mischiati con carne, o pesce e verdure.
Il riso sotto, forma di noodles o in chicchi, è onnipresente e accompagna tutti gli altri cibi.
Utilizzano molto il riso glutinoso (sticky rice) un tipo di riso che, pur non contenendo glutine, viene così definito perché appiccicoso.
Di solito viene servito ammassato in piccole ceste dalle quali se ne stacca un pezzetto con le mani e lo si mangia come fosse pane intingendolo nelle altre piatanze.
Se invece preferisci il riso normale….fatti servire lo steam rice.
Spesso nei cibi vengono aggiunte spezie piccanti e i piatti vengono accompagnati, oltre che dal riso, da verdure crude.
Per colazione il viaggiatore troverà delizioso conforto nella pancake, una specie di crepe con ripieno a scelta (molto buono con mango, banana, papaya….).
Nella foto la pancake è accompagnata da una buona tazza di caffè, la cui tradizione deriva dal colonialismo francese.
In realtà queste delizie sono apprezzate più dai turisti; i laotiani infatti fanno colazione con la zuppa di noodles.
E quando mi sono trovato a Oudomxay, completamente fuori dal circuito turistico, ti assicuro che ho dovuto faticare parecchio prima di riuscire a trovare per colazione una deliziosa pancake, sottraendomi così alla miriade di ristorantini e bancarelle che alle otto del mattino servivano per colazione noodles a volontà.
Nei piccoli villaggi, invece, si mangia un po’ quello che si è pescato, cacciato o raccolto.
Come questi frutti di fiume che, mentre scattavo la foto venivano ripuliti con perizia per essere poi cucinati.
Per ultimo, non posso non citare la bevanda nazionale: la beerlao, la birra laotiana; onnipresente e consumata da tutti; un vero tormentone!
Viaggiare in Laos
I trasporti meritano un capitolo a parte perché sono uno spettacolo e possono mettere davvero a dura prova il viaggiatore.
La foto sopra ritrae una piccola autostazione. Il mezzo più utilizzato per gli spostamenti via terra è il bus, essendo assente la ferrovia (i cinesi stanno costruendo la tratta che dalla Cina arriverà fino Bangkok attraversando il Laos).
I bus sono davvero economici e, sulle tratte a lunga percorrenza, nel costo del biglietto è compresa una bevanda a bordo e il pasto durante la sosta in qualche autostazione lungo il tragitto.
Ho trovato tutte le strade principali che ho persorso, asfaltate e assolutamente in buono stato.
Ma nelle regioni montuose sono veramente tortuose. Per fare un esempio, lungo la tratta da Oudomxay a Nong Khiaw, di cui vedete sotto una foto scattata durante una pausa lungo il tragitto, a inizio viaggio hanno distribuito i sacchetti per il mal di bus e vi assicuro che sono stati usati da più persone.
Lungo queste tratte, le velocità sono necessariamente ridotte e i tempi di percorrenza infiniti.
Penso che i viaggi su strada rappresentino per il viaggiatore il maggior pericolo presente in Laos.
Infatti, siccome si va piano, si sorpassa tranquillamente in curva e se sbuca un altro mezzo gli si strombazza.
La cosa però più pittoresca sono i viaggi notturni sugli sleeping bus perché se viaggi solo devi condividere il posto letto con chi ti capita.
La foto ritrae i posti letto 13 e 14 del bus notturno che ho preso sulla tratta Luang Prabang – Luang Namtha; nel sacchetto ci sono le mie scarpe; puoi dunque facilmente intuire che i due posti letto insieme occupano lo spazio di un normale letto singolo. Quindi dormi praticamente appiccicato a chi ti capita.
All’interno delle città i tragitti vengono coperti invece con coloratissimi tuk tuk come questo.
Mi ha colpito l’elevato numero di macchine private, che sono nella stragrande maggioranza, SUV come questo.
C’è poi una fitta rete di trasporti via fiume su imbarcazioni che vanno da piccoli battelli a semplici canoe.
E anche in questo caso i viaggi possono essere lunghi, affollati ed estenuanti, come ho potuto sperimentare lungo la tratta da Nong Khiaw a Muang Khua.
Il mio viaggio
Fai click sul video per vedere la mappa del mio itinerario di viaggio in Laos.
Nella parte finale ho sconfinato in Vietnam, prendendo poi il volo di rientro a casa ad Hanoi.
Qui sotto invece il dettaglio giorno per giorno del mio viaggio di febbraio – marzo 2018.
1 | sab | Milano - Vientiane |
2 | dom | Vientiane |
3 | lun | Vientiane |
4 | mar | Vientiane – Luang Prabang (12 ore) |
5 | merc | Luang Prabang - Luang Namtha (notturno 9 ore) |
6 | giov | Luang Namtha |
7 | Ven | Trek riserva Nam Ha |
8 | sab | Trek riserva Nam Ha |
9 | dom | Trek riserva Nam Ha |
10 | lun | Luang Namtha – Oudomxai (3 ore) |
11 | mar | Oudomxai – Nong Khiaw (4 ore) |
12 | merc | Nong Khiaw |
13 | giov | Nong Khiaw |
14 | Ven | Nong Khiaw - Muang khua (7 ore fiume) |
15 | sab | Muang khua – Dien Bien Phu (7 ore) |
16 | dom | Dien Bien Phu – Haiphong (15 ore notturno) |
17 | lun | Haiphong – Isola Cat Ba (battello) |
18 | mar | Isola cat ba |
18 | merc | Isola cat ba |
20 | giov | Isola cat Ba - Hanoi |
21 | Ven | Hanoi |
22 | sab | Hanoi |
23 | dom | Hanoi - volo |
24 | lun | Milano |
I miei video
Il trailer della Scheggia "Laos la Cenerentola dell'Indocina":
Il filmato musicale di fine serata
Il filmato introduttivo